Patrimonio

Depositi Giudiziari. Foto di J. Duggan 2009L’Archivio di Stato di Mantova conserva documenti a partire dal secolo XI (quando Mantova faceva parte del dominio di Matilde di Canossa) del periodo comunale, della signoria dei Bonacolsi e soprattutto dei Gonzaga, che hanno retto le sorti della città per quasi quattro secoli (1328-1707), facendone la capitale di una corte piccola ma di raffinata temperie culturale, crocevia fondamentale della civiltà del Rinascimento, dove hanno trovato alte forme di espressione le arti, la musica, il teatro, la letteratura. L’archivio Gonzaga in particolare è uno fra i più completi e omogenei archivi di famiglie che hanno governato in età moderna; esso rappresenta il nerbo portante della storia mantovana politica, sociale, economica, amministrativa, artistica, di epoca medievale e moderna, ma la sua importanza travalica di gran lunga i confini locali. Grazie infatti alla committenza gonzaghesca dei secoli XV-XVII, legata alle figure del marchese Ludovico, di Isabella d’Este, dei duchi Federico II, Guglielmo, Vincenzo I e Ferdinando, Mantova richiama artisti quali Donatello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Luca Fancelli, Giulio Romano, Antonio Maria Viani, Pietro Paolo Rubens, Nicolò Sebregondi, e musicisti come Jacques de Wert e Monteverdi. Di tutto ciò rimane testimonianza nelle copiose serie della corrispondenza gonzaghesca, ma anche nei contratti dotali, nei lunghi inventari notarili di beni, gioielli, oggetti d’arte, in codici e pergamene impreziosite da miniature di squisita fattura. A partire dal Quattrocento inoltre la rete della diplomazia gonzaghesca garantisce un flusso quotidiano di informazioni trasmesse pressoché ogni giorno dalle altre corti e dai principali stati italiani ed europei. Le relazioni di ambasciatori, oratori e residenti costituiscono ancora oggi miniere inesauribili di notizie che consentono di ricostruire vicende storiche di respiro europeo.

Oltre all’archivio Gonzaga notevoli per qualità e consistenza sono gli archivi del periodo asburgico, napoleonico e della Restaurazione, così come gli archivi notarili, catastali, degli enti ecclesiastici, delle corporazioni artiere. Sono inoltre conservati archivi di famiglie e di persone, pervenuti all'Archivio di Stato mediante do­nazioni o depositi, quali l'archivio dei Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, l'archivio dei conti Castiglioni di Mantova, discendenti di Baldassarre Castiglioni, l'autore de Il Cortegiano, l'archivio gentilizio Cavriani, depositato nel 1988. Ultimi, ma non meno importanti, sono gli archivi fotografici Calzolari, Giovetti, e Benatti, acquistati rispettivamente nel 1997, nel 1999 e nel 2000. 

Il patrimonio conservato occupa circa 28.000 metri lineari di scaffalature per un totale di oltre 250.000 pezzi cartacei (buste, registri, volumi, fascicoli), più di 6.000 pergamene, circa 14.000 mappe e disegni, oltre a sigilli, monete, stampe; è dotato di una sezione di fotoriproduzione e di una biblioteca con oltre 20.000 titoli (volumi, opuscoli, riviste, audiovisivi, CD). Ha una sala di studio dove si contano circa 5.000 presenze all'anno nei confronti delle quali vengono esaudite oltre 12.000 richieste di consultazione.